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L’arte del ballo nel tempo estraniata dei luoghi religiosi

Arte del ballo nel tempo estraniata dei luoghi religiosi

Partendo dal presupposto per il quale, come ben sappiamo, le antiche danze occidentali prendono origine dai luoghi e dagli eventi sacri, possiamo affermare che così come in Occidente, anche nelle remote terre di Oriente avviene la stessa cosa.

In genere quindi anche le danze dell’Area asiatica, molto caratterizzate da elementi solenni, simbolici e fortemente gestuali, si sviluppano attraverso un medesimo sentiero etico e religioso legato profondamente al senso celebrativo.

Ad esempio l’antica danza indiane risale a un tempo alquanto remoto che poi diede origine alle radici di innumerevoli altre danze folkloriche, provenienti anch’esse dalle regioni orientali come la danza del ventre o il flamenco.

Tutte queste danze all’epoca della loro rappresentazione primordiale, venivano praticate come per la danza indiana esclusivamente da sacerdotesse che offrivano le loro capacità artistiche e la loro danza in templi e luoghi sacri, attraverso un sistema di ballo mimico e pantomimico, che poi è andato via via ad affinarsi nel corso della storia.

Sempre in Oriente ma un po’ più tardi, lo stesso stile rappresentativo legato alle entità di tipo religioso viene bandito dalla stessa religione di appartenenza islamica, che bandì la tradizione artistica delle donne e fu contraria in particolar modo all’esibizione in pubblico del corpo femminile per giustificare a seconda della sua ideologia di concetto, l’essere in opposizione totale alle forme di profanazione dei luoghi sacri.

A questo punto l’arte del ballo non dimora più nei luoghi religiosi e di culto e si sposta così facendo al di fuori di essi, privata così del patronato dei templi, la danza degenerò al di fuori di questi.

Un qualcosa che fino ad allora era rimasta comunque una base di raccoglimento artistico con profondi significati spirituali, si trasforma dunque in qualcosa di illogico, irrazionale e prettamente intrattenitivo.

Fu per questo che le sacerdotesse si trasformarono in semplici donne di spettacolo mantenute da figure ricche e potenti della società o dagli impresari che gestivano direttamente il settore organizzativo dell’intrattenimento.

Tutta questa caduta libera verso il distacco sempre più definitivo dal vero significato dell’arte, inizierà a rallentare solamente verso il ventesimo secolo, in merito all’apertura di accademie scuole di danza territoriali che ristabilirono dignità espressiva ed artistica nei riguardi dei vecchi concetti di origine del ballo, riuscendo così in un certo senso a farli riaffiorare anche in rapporto con la società e ridando lustro alla vera storia della danza.