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I balletti Satirici tra il 1620 e il 1636

I balletti Satirici tra il 1620 e il 1636

Dopo che il balletto di Corte iniziò ad ergersi come grande stile intrattenitivo dell’alta aristocrazia nobiliare e di importanza nell’ambito del prestigio imperiale, ecco che tra il 1620 e il 1636, diventano particolarmente conosciuti i balletti di forma satirica.

I Balletti Satirici erano soliti mettere in ridicolo e prendere in giro la società e l’atteggiamento generale pretenzioso che vigeva in quei tempi, di fatto venivano prese di mira le professioni e le figure di spicco più importanti come dottori, guerrieri, gli stessi danzatori, i Nobili, i cacciatori, come accaduto nelle 2 Opere realizzate a breve distanza di tempo:

  • il “Balletto delle Fate della Foresta di Saint-Germain” del 1625 (basato su una storia semi fantastica di fate nella quale apparivano personaggi anche reali di grande professionalità).
  • il “Balletto Reale del Gran Ballo della Ricca Vedova di Billebahaunt” del 1626 (basato sul sfarzoso ricevimento offerto dalla vecchia e brutta vedova, per festeggiare il suo nuovo fidanzamento con Fanfan De Sotteville, in questo specifico balletto vennero presi di mira dalla satira personaggi illustri come nobili e Re).

In questi celeberrimi spettacoli, anche i costumi iniziano dunque a prendere quella piega caricaturale che da lì in poi andrà sempre più a marcare nel corso di tutto il XVII secolo.

Questa promozione costante della caratterizzazione e caricatura dei personaggi, darà poi vita e crescita al balletto pantomimico, che si differenzia dalle danze figurate (molto più formali e “serie”), proprio nella sfaccettatura dei personaggi, dove autenticità e fantasia venivano mixate a regola d’arte, delineando così un gusto satirico e caricaturale mai visto prima d’allora durante gli spettacoli Reali, che risultavano normalmente più sobri e molto meno comici.

Iniziano ad essere utilizzate durante queste pantomime ballate anche le maschere sui volti dei partecipanti al ballo, costruite per eliminare l’espressione facciale del danzatore, ma al contempo marcavano in maniere costante ed approfondita il carattere del personaggio in questione, che risultava pertanto ancor più evidenziato ed al di fuori di un ambito oggettivo generale del semplice individuo.

Vengono introdotte anche le acrobazie e per questo occorrevano partecipanti dalle attitudini professionali idonee, cosa che in passato veniva abbastanza trascurata poiché tutta la nobiltà inizialmente poteva darsi liberamente alla partecipazione degli spettacoli di Corte.

Questo fece sì che i nuovi artisti professionali vissero recuperati direttamente dalle strade, prelevando dalle stesse artisti di strada, saltimbanchi, musicisti, acrobati viaggiatori ed altre figure pseudo teatrali.

Questo fece nascere quel distacco artistico dalla nobiltà, non tanto come pubblico quanto come addetta ai lavori, facendo divenire il balletto sempre meno aristocratico e sempre più alla portata di tutti, artisti inclusi.

Le mansioni da qui in avanti vennero perciò assegnate non più facendo riferimento rispetto al rango aristocratico ma alle qualità artistiche e tecniche inerenti alla danza, questo fece in modo di avvicinare nobiltà e popolo facendo sì che danzassero insieme senza distinzione di classe sociale, collaborando lavorativamente per la prima volta nella storia.