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La terapia antichissima che la danza ha avuto sull’umanità

La terapia antica che la danza ha avuto sull’umanità

La danza nasce inizialmente dai tempi più remoti, ai primordi dell’umanità, come metodo introspettivo e di contatto con le figure religiose ed esoteriche attraverso la celebrazione, l’unione e il divertimento tra le persone partecipanti alle varie rappresentazioni.

Per secoli questa è stata dall’antichità, la forma basica della danza, il suo scopo principale, nonché il senso intrinseco della sua invenzione.

Concepita come una sorta di porta che unisce il Mondo Terrestre col Mondo spirituale ed impalpabile, quello delle figure mitologiche e delle divinità del passato.

Solo in un secondo momento, nella storia, la danza è stata poi scoperta come una modalità terapeutica, a dire il vero, tutto questo implica un’acquisizione relativamente recente, la quale all’interno della nostra società, sta assumendo man mano un riscontro sempre più positivo tra le persone che la praticano.

La danza si sta espandendo anche a livello olistico, all’interno di varie terapie di medicina alternativa, nonché menzionata anche da professionisti medici tradizionali, che si stanno anch’essi avvicinando a pratiche più fisiche propense al miglioramento psico-fisico del corpo umano, utilizzando la danza proprio come una vera terapia.

Il termine “danzaterapia” è stato coniato negli States, agli inizi del 1940, mentre la danza moderna inizia la sua grande espansione a livello Occidentale, da Paese in Paese, generando un elevato numero di seguaci e mettendosi in diretta concorrenza didattica e tecnica con le basi accademiche del balletto classico.

Questo nuovo metodo terapico nasce grazie soprattutto all’operato di due famose danzatrici dell’epoca, Trudi Schoop e Marian Chace, le quali introdussero un nuovo modo di concepire il ballo attraverso movimenti meno schematici e molto più liberi e spontanei del classico.

Grazie a questo si va a superare quella barriera di tecnicismo che in molte occasioni soffoca la libera espressività, in modo da accentuare la naturalezza e l’originalità della matrice del movimento corporeo.

Queste grandi danzatrici giunsero inoltre a rendere disponibile alle masse un semplice concetto, ovvero, quello per cui la danza fosse in realtà un tipo di attività liberatoria sia fisicamente che mentalmente, tanto da averla per la prima volta nella storia inserita nel contesto dei disturbi psichici, psichiatrici, ospedalieri e traumatologici mentali.

Questo contesto particolare di sfruttamento del ballo come metodo curativo, si espanse in poco tempo e con altre forme di applicazione, in varie parti del Mondo.

Ad oggi infatti esistono diverse tipologie di orientamenti esistenti nell’ambito della danzaterapia, tanto da renderli pressoché unici a seconda sia dell’istruttore che li impartisce, sia al tipo di disturbo o malanno di cui è affetto il paziente, o anche i pazienti qualora si trattasse di una terapia di gruppo.

Col tempo si sono poi formati, grazie ad altri studiosi della danza e delle sue possibili applicazioni possibili in ambito medico e olistico, altri metodi di danzaterapia, tra i 3 principali ricordiamo certamente quello di: approccio analitico di Mary Whitehouse, quello di espressione primitiva di Hern Duplan e quello inerente al celeberrimo metodo di Maria Fux.