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Osho su Gurdjieff e sulla vita

Osho su Gurdjieff e sulla vita

“…Ma non siamo consapevoli di noi stessi. Nell’occidente, Gurdjieff usò come sua tecnica di base il ricordarsi di sé. Ricordati di te, in qualsiasi azione. E’ molto difficile: sembra molto facile, e invece ti dimenticherai. Prova a sentire “Io sono”. Non verbalizzare, senti solo di essere. Questa sensazione non-verbale, anche se di un solo istante, ti darà un assaggio – un assaggio che nessun LSD ti darà mai – un assaggio del reale. Anche se per un solo istante, sei riportato al centro del tuo essere. Sei dall’altra parte dello specchio, hai trasceso il mondo delle riflessioni, sei esistenziale. E puoi farlo tutte le volte che vuoi.

“Osho”

“Meditazione, la prima ed ultima libertà”

Osho è un mistico contemporaneo.

Nato in India, da giovane è stato professore universitario di filosofia. Più tardi, sempre spostandosi e viaggiando nell’India, condivise più direttamente la sua visione e propose metodi di meditazione. Divenne una calamita per i ricercatori di tutti i paesi del mondo.

Intorno al 1975, una comune internazionale si creò intorno a lui a Pune (India). La comune offre lo spazio congeniale – con grandi e curate strutture per la meditazione e la vita intenzionale, ed è ancora viva oggi, con il nome di Osho Resort.

Successivamente visitò gli Stati Uniti, e stabilì la sua comune in Oregon. I politici americani lo forzarono a partire, in quanto Osho aveva sempre espresso in maniera molto esplicita le proprie opinioni sugli interessi viziati di chi fa politica. Ci sono prove che sia stato avvelenato.

Lasciò il suo corpo qualche anno più tardi in Pune. Le sue ceneri sono conservate in una bellissima sala di marmo, dove è possibile meditare. Osho desidera che si parli di lui usando il tempo verbale presente.

Osho dichiarò la propria illuminazione a ventuno anni. Sembra che l’illuminazione sia uno stato di fusione con il tutto, in assoluta pace e gioia. Osho definisce la meditazione come la strada per trovare questo stato dentro di sé. L’essenza della meditazione è consapevolezza. Per esempio, si può essere consapevoli dei movimenti del corpo, dei pensieri, dei sentimenti.

Osho ha creato molte tecniche innovative di meditazione, spesso attive e dinamiche, che sono adatte per i nostri tempi, e che si affiancano alle tecniche di meditazione tradizionale, come Vipassana, Za Zen o Sufi Whirling.

Osho ha spesso parlato, con amore ed apprezzamento, di molti mistici illuminati, quali Buddha, Lao Tzu, Bodhidharma, Francesco d’Assisi, e molti altri.

Nella rosa dei suoi favoriti si trova un certo Signor Gurdjieff …

ALCUNE PAROLE DI OSHO su Gurdjieff

“Gurdjieff è certamente un pioniere. Con Gurdjieff nasce un concetto totalmente nuovo di vita spirituale. Chiamò il suo metodo “Quarta Via” — proprio come anch’io chiamo il mio metodo “Quarta Via”.

Fu enormemente frainteso, perché non si curava di impartire informazioni o di creare consolazioni. Non si curava di fornire teorie sublimi, visioni, o allucinazioni. Non si curava delle lacrime, delle emozioni, dei sentimenti. Non gli importava di farsi adorare, ma di trasformare.

E trasformare una persona significa prendere in mano un martello, perché è necessario spaccare e staccare molti pezzi del suo essere. La persona è così contorta che tutto è sbagliato, nel suo stato attuale, e deve essere rimesso a posto. Per di più ha investito tanto nel suo tipo di vita sbagliato che ha paura di chiunque voglia cambiarlo e non soltanto superficialmente, a livello di circonferenza, ma in profondità, fino al suo centro.

Solo poche persone coraggiose possono entrare nel mondo di un uomo come Gurdjieff. Ci vuole moltissimo coraggio, il coraggio di morire, perché solo così si può rinascere.”

Osho, The Dhammapada, Vol. 2

Osho sulla meditazione

“La religione è un viaggio interiore, e la meditazione è la via. Come funziona esattamente la meditazione? Ti porta dentro, porta la tua consapevolezza sempre più dentro. Perfino il tuo corpo diventa un oggetto esterno, da osservare.

Perfino la tua mente diventa un oggetto esterno. Perfino il tuo cuore che è molto vicino al centro del tuo essere — diventa qualcosa di esterno.

Quando corpo, mente e cuore, tutti e tre, sono visti come oggetti esterni, sei arrivato esattamente al centro della tua esistenza. Questo arrivare al centro è una tremenda esplosione che trasforma tutto.

Non sarai mai più la stessa persona, perché adesso sai che il corpo è solo il guscio più esterno; la mente è un po’ più interiore, ma non ancora il tuo centro; il cuore è ancora più dentro, eppure non ancora il tuo centro. Tu sei disidentificato da tutti e tre.

E’ per questo che Gurdjieff chiamava la sua via “Quarta Via” : se sai trascendere questi tre – corpo, cuore e mente – arrivi al quarto, oltre al quale non c’è altro. Sei arrivato alla fine del viaggio. (…)

La meditazione è la strada per diventare padrone del proprio essere. Non occorre Dio, né il catechismo né le scritture. Non c’è nessun bisogno di diventare cristiano, ebreo, o indù — queste sono tutte assurdità. Tutto quello che ti ci vuole è di trovare il tuo centro, e la meditazione è il modo più semplice per trovarlo. La meditazione ti può rendere intero, spiritualmente sano, e tanto ricco da potere distruggere tutta la povertà spirituale del mondo. E quella è la vera povertà.”

Osho, From Bondage to Freedom

“La meditazione non è altro che un ritornare a casa e, semplicemente, stare dentro e riposarsi un po’. Meditazione non è cantare un mantra, e non è nemmeno la preghiera : è semplicemente tornare a casa e riposarsi un po’. Meditazione è non andare da nessuna parte, è rimanere esattamente lì dove sei — non esistono altri posti ! — è stare proprio lì dove sei, occupando proprio solo quello spazio dove sei. (…)

Il tuo cercare crea fumo intorno alla fiamma. Corri di qua e di là, levi molta polvere, e crei molto fumo, e la fiamma si nasconde. Riposati un po’, lascia che la polvere si depositi nuovamente a terra. E se non corri troppo forte, se non sei di fretta, non creerai fumo. Poco a poco, tutto ritrova il suo posto e la luce interiore si rivela.”

Osho, Tantra: the Supreme Understanding

Osho sulle danze Sufi e sulle danze di Gurdjieff

“Il Sufi a volte danza, ma, mentre danza, al centro rimane assolutamente immobile — il centro del ciclone. La danza è il ciclone, tutto il suo corpo è in movimento, è fluido, dinamico, ma al centro la coscienza osserva in silenzio, indisturbata e senza distrazioni. Esteriormente si può solo imparare l’esercizio.

Esteriormente non si conoscerà mai quello che accade dentro al danzatore. E la vera storia è tutta interiore.”

Osho, The Perfect Master, Vol.2

“Gurdjieff trovò un metodo molto semplice per fermare la mente. Nell’Est si è provato per secoli a concentrare la mente, a visualizzarla, a fermarla — Gurdjieff invece trovò un sistema che utilizza la fisiologia.

Quando Gurdjieff gridava “Stop!” tutti si dovevano fermare nella posizione in cui si trovavano. E quando il corpo si ferma improvvisamente, la mente si trova un po’ spaesata, in shock, perché improvvisamente non ha più connessione con quel corpo immobilizzato. Corpo e mente funzionano in cooperazione, in profonda armonia, e si muovono insieme. Adesso che il corpo è completamente fermo, la mente non sa più cosa deve fare, dove deve andare…

Per un istante c’è completo silenzio – e anche un solo istante di completo silenzio può mostrare il sapore della meditazione.

Gurdjieff aveva lavorato su alcune danze. Nel corso di queste danze dava improvvisamente il comando di “Stop!” Ma nel mezzo della danza, non è possibile prevedere in quale posizione si sarà. A volte i danzatori cadevano per terra. Ma, anche per terra, l’esercizio continuava.

Chi si trovava con una mano piazzata scomodamente dietro la schiena, non doveva cercare di accomodarsi, perché, se l’avesse fatto, non avrebbe dato alla mente quella possibilità di azzittirsi : avrebbe continuato ad ascoltare la propria mente, mentre questa gli diceva “Così è scomodo, cambia posizione.” Invece non bisognava fare assolutamente nulla.

A New York, mentre offriva una presentazione delle danze, Gurdjieff scelse una situazione veramente particolare. In un certo momento della danza tutti i danzatori venivano in avanti fino all’orlo del palcoscenico. Giusto allora, nel momento in cui vennero, danzando, in avanti, e si trovarono tutti in fila, col primo di loro proprio sul bordo, Gurdjieff disse “Stop!” La prima persona cadde, la seconda cadde, la terza cadde … tutta la fila cadde, gli uni sugli altri. Eppure ci fu silenzio completo, nessun movimento.

Un uomo del pubblico, vedendo questo, ebbe la sua prima esperienza di meditazione. Era uno spettatore, non era lui a danzare. Ma la vista di tante persone che si fermavano di colpo e poi cadevano, come se fossero improvvisamente congelate, senza nessuno sforzo per cambiare la propria posizione … Sembrava come se tutti fossero improvvisamente rimasti paralizzati …

Quell’uomo, che era semplicemente seduto lì, nella prima fila, senza rendersene conto si fermò lui pure, congelato nella posizione in cui si trovava : le palpebre immobili, il respiro fermo. — in fondo era solo venuto lì per assistere a una danza, ma che tipo di danza era mai questa ? — improvvisamente sentì nascere in sé un nuovo tipo di energia.

E c’era silenzio … e si sentiva pieno di consapevolezza. E così divenne un discepolo. Quella sera stessa andò da Gurdjieff e gli disse “Non posso attendere un solo istante.”

Osho, From Personality to Individuality

Osho sull’arte oggettiva

“Tutta la creatività è profonda sofferenza, a meno che provenga dalla meditazione anziche dalla mente. Quando proviene dalla meditazione, creatività è condividere la gioia e l’estasi che ti appartengono.

La mente non conosce la gioia — la mente è in realtà una ferita, molto dolorosa. (…)

La società occidentale vive una grande afflizione, che è l’ignoranza della meditazione; di conseguenza, tutto quello che si fa nell’occidente viene dalla mente.

  • E la mente non è la sorgente della gioia.
  • Può solo creare agonia, e mai estasi.
  • La mente è il tuo inferno.

Dunque impara a essere più meditativo, e lascia che la tua creatività sia secondaria alla tua meditazione.

Così il tuo essere si troverà in uno stato completamente diverso, quello dell’estasi ; e tutto quello che creerai ne porterà con sé il sapore.

Nell’occidente, forse Gurdjieff è il solo che abbia diviso l’arte in due sezioni : l’arte oggettiva e l’arte soggettiva. L’arte soggettiva viene dalla mente, e contiene l’angoscia della mente. L’arte oggettiva invece — come il Taj Mahal, le cave di Ellora e Ajanta, i templi di Khajuraho — viene da persone meditative. Il loro desiderio è di condividere il proprio amore, il proprio silenzio; è il loro contributo al mondo.

In una notte di luna, siedi semplicemente al lato del Taj Mahal : senza fare niente, guardalo soltanto. Sentirai improvvisamente il silenzio che discende su di te, la pace che riempie il tuo cuore. La mente arresta il suo chiacchierio costante.

Un’opera di arte oggettiva, come il Taj Mahal, non è solo da vedere, ma da vivere e così ti sintonizzerai con i creatori di quella bellissima architettura. E’ un luogo dove meditare.

Forse migliaia di anni sono intercorsi tra te e il creatore di quell’opera. Improvvisamente tutta la distanza sparisce : diventi parte di quella gioia e di quella danza creativa.

La creatività è l’aspetto secondario, la meditazione è l’aspetto fondamentale e basilare; tutto deve venire dalla meditazione.

In questo modo anche la creatività ti darà beatitudine, darà una nuova canzone al tuo essere, e aiuterà altri ad avvicinarsi alla stessa esperienza. Tutto dipenderà dalla loro capacità di meditare.”

Osho, The Golden Future

Osho su Osho, e su noi …

“Lo scherzo supremo, l’unico scherzo ….

L’UFFICIALE RIKO CHIESE UNA VOLTA A NANSEN DI SPIEGARGLI L’ANTICO PROBLEMA DELL’OCA NELLA BOTTIGLIA.

“SE SI METTE UNA GIOVANE OCA NELLA BOTTIGLIA,” DISSE RIKO, “E LA SI CIBA FINCHE’ NON E’ GRASSA, COME SI PUO’ POI TIRARE FUORI L’OCA, SENZA UCCIDERE L’OCA NE’ SPACCARE LA BOTTIGLIA?”

NANSEN BATTE’ INSIEME LE MANI CON FORZA E GRIDO’ : “RIKO!”

“SI’ MAESTRO! ” DISSE L’UFFICIALE SOBBALZANDO .

“VEDI,” DISSE NANSEN, “L’OCA E’ FUORI.”

Questo è lo scherzo unico e supremo dell’esistenza. Voi siete illuminati. Voi siete Buddha …. che fingono di non esserlo, che fingono di essere qualcun altro! E tutto il mio lavoro consiste nel mostrarvi la vostra situazione.

Vedete, l’oca è fuori! Farete tutti gli sforzi possibili per rimetterla nella bottiglia, perché se l’oca è fuori allora non avete più problemi. E l’uomo conosce solo come a fare a vivere se ha problemi, e non sa come vivere senza problemi, e dunque rimette tutte le volte l’oca nella bottiglia.

L’uomo vive nei suoi problemi, l’uomo vive in miseria. Per vivere senza problemi, per non vivere in miseria, ci vuole vero coraggio.

Io vivo da venticinque anni senza nessun problema, e so che è una specie di suicidio. Tutto quello che faccio è starmene seduto nella mia stanza, senza fare niente. Non c’è niente da fare!

Tutte le cose che vi dico non contengono insegnamenti. Devo togliervi le cose che non avete, e devo darvi le cose che già avete. Non c’è niente per cui mi dobbiate gratitudine, perché non vi do niente di nuovo.

Vi aiuto soltanto a ricordare.

Avete dimenticato il linguaggio del vostro essere. Io l’ho riconosciuto, e mi sono ricordato di me. E dal giorno in cui mi sono ricordato di me, mi trovo in una strana situazione: sento compassione per voi, e nel profondo me la rido di voi, perché non siete veramente nei guai.

Non vi serve compassione, vi servono martellate, vi servono dei bei colpi sulla testa : la vostra sofferenza è falsa. Estasi è la vostra natura fondamentale.

  • Siete verità.
  • Siete amore.
  • Siete beatitudine.
  • Siete libertà.”

Osho, The Goose is out

Osho sugli italiani

Amo gli italiani per le loro radici nella terra, perché da lì il lavoro può cominciare.

Bisogna cominciare dall’accettazione del corpo. E non solo dall’accettazione, ma dal rispetto del corpo. Se non sai esplorare il tuo corpo non saprai esplorare nemmeno la tua anima.

La metodologia dell’esplorazione è la stessa, ma tu comincia dal corpo, perché questo è la parte visibile della tua anima. Parti da quanto è visibile e poi, lentamente, muoviti verso l’invisibile.

Inizia con il conosciuto e poi muoviti verso lo sconosciuto. Inizia dalla periferia e poi muoviti in profondità verso il centro.

Le radici devono arrivare fino in fondo ; solo allora i rami e i fiori possono offrirsi ai piedi di Dio!

Dicendo italiani, intendo semplicemente indicare un simbolo : dovunque si trovi, una persona realistica, pratica e pragmatica sarà un italiano. Per me le parole non indicano la geografia, ma rappresentano qualcosa di metaforico.”Osho, Come, come, yet again come