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Trattato elementare teorico e partico dell’arte della danza

Trattato elementare teorico e partico dell’arte della danza

Durante il corso del XIX secolo, vi è presente un aumento esponenziale della presenza e della produzione di nuovi scritti teorici appartenenti all’arte della danza, allora focalizzata principalmente sul balletto di scena.

Uno dei manuali storici di maggiore spessore pubblicato dal grande maestro di danza Carlo Blasis nel 1820 è il “Trattato elementare teorico partico dell’arte della danza”.

Anche in questa pubblicazione come in molte altre viene espresso in maniera esaustiva e filo scientifica il profondo ed importante legame esistente tra conoscenza anatomica delle parti del corpo ed esecuzione dei passi di danza.

Ciò che richiama maggiormente attenzione e che lascia più stupefatti è l’abilità di Blasis nel fare intuire al lettore il modo in cui la conoscenza anatomica sia estremamente integrata in una metodica generale, complessiva, che traspare attraverso le tavole dei disegni presenti a lato o in calce ai testi scritti.

Esistono molte tavole nelle quali è palesemente possibile visualizzare il livello di realismo, non tanto grafico, quanto più geometrico delle corrette inclinazioni delle linee delle leve corporee.

In alcuni disegni l’arto che sostiene il corpo viene dunque rappresentato in maniera appena decentrata proprio come se si osservasse la realtà, questo per riuscire a far capire allo studente che occorre quel grado di inclinazione per centrare il peso del corpo.

Nelle rappresentazioni grafiche sono inoltre presenti linee tratteggiate che occorrono a mettere in relazione i punti di altezza dei segmenti corporei presenti sugli stessi assi, come quando ad esempio nello scritto viene rappresentata una figura che implichi una linea del piede all’altezza dell’anca (à l’hauteur de la hanche), questa linea tratteggiata unisce il punto dell’anca con la punta del piede, restituendo uno schema corretto dei livelli dell’arto in questione.

In altre tavole è invece rappresentato lo stesso Carlo Blasis dall’allora altrettanto noto pittore Casartelli, che sotto stessa direttiva del maestro di danza, disegna posizioni trascurando un po’ di più il dato anatomico rispetto alle altre tavole della pubblicazione, ma esaltandone invece le intenzioni del movimento in essere (vale a dire una posizione ideale per giungere a quella corretta per l’esecuzione del passo, ispirandosi dunque al bello ideale del neoclassicismo).

Un tempo non vi erano tutti i manuali anatomici presenti oggi sul mercato, ma fortunatamente, vari maestri come Blasis, sono riusciti ad acquisire nozioni rilevanti per quanto concerne la pubblicazione diretta di importanti studi svolti dai pittori anatomici del sia del tempo che di relativi predecessori risalendo anche agli studi anatomici rappresentanti da Da Vinci.

Questo perché alcuni grandi illustratori anatomici, hanno contribuito a rappresentare un tipo di anatomia non propriamente schematica, ma immersa nel contesto del movimento, da prospettive differenti rispetto a quelle classiche dei libri di medicina.